La Fortezza Friuli Venezia Giulia
La Fortezza Friuli Venezia Giulia! Una terra esposta nei secoli a ripetute invasioni provenienti da Oriente e porta preferenziale per gli spostamenti da e per l’Italia verso Est! Le sue montagne basse e i valichi facili in tutte le stagioni hanno esposto nei secoli la regione a ripetute invasioni provenienti da Oriente. Gli invasori provenienti da Est, entravano nella penisola sempre attraverso la stessa porta, la cosiddetta ‘soglia di Gorizia’, dove l’Isonzo facilmente guadabile e le alture ‘docili’ permettono un accesso alla pianura senza grosse difficoltà . Da qui appunto inizia un corridoio pianeggiante che si addentra nel cuore della regione, attraverso un asse viario antichissimo, la famosa ‘Stradalta’ o via ‘Ungheresca’, oggi comunemente chiamata ‘Napoleonica’.
Per questo motivo i confini regionali e il territorio regionale sono in genere da sempre ‘fortificati’, ma, a causa degli ultimi conflitti mondiali e della successiva situazione politica venutasi a creare nel burrascoso periodo che và dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla caduta dell’URSS durante la cosidetta ‘Guerra Fredda’ (periodo 1947 – 1991), ha visto un considerevole incremento nella costruzione di strutture militari di difesa.
La storia recente quindi (a partire dalla fine del 1800), vede un’intensificazione nella costruzione di opere fortificate atte alla difesa del confine orientale Italiano, moltissimi sono i forti e le strutture alpine che risalgono a questo periodo a cui si aggiungono tutte le linee trincerate e le postazioni risalenti al primo conflitto mondiale, che ha visto il friuli come uno dei sui teatri principali! Dalle alture del Carso alle cime della Carnia, poco prima e durante il primo conflitto mondiale sono sorti innumerevoli strutture a difesa del confine lungo le varie linee in cui si è svolto il primo conflitto modniale. Nomi come Monte Hermada, Pal Piccolo (per citarne due quasi agli estremi della regione) o il ben più famoso Monte Sabotino (facente quasi totalmente parte oggi dello stato Sloveno), ci possono riportare subito alla memoria i luoghi in cui si sono svolti alcuni dei più tragici eventi che hanno martoriato questa regione. Innumerevoli quindi sono le testimonianze che possiamo trovare nel nostro territorio risalenti a quest’epoca che si snodano anche … anzie quasi sempre’ …. sotto i nostri piedi mentre facciamo una passeggiata ad esempio nel già citato Monte Pal Piccolo!
Anche gli anni che precedettero la seconda guerra mondiale furono impiegati per la costruzione di fortificazioni per lo più sotterranee nella nostra regione! Comprese nel ben più ampio progetto del Vallo Alpino del Littorio, le opere volute da Mussolini durante il ventennio fascista a difesa dei Confini Italiani del nord, ebbero nella nostra regione e nel vicino Veneto e Trentino particolare attenzione in quanto, da quando l’Austria fu annessa al Reich Tedesco con l’Anschluss nel 1938 , si temeva che la Germania potesse invadere anche il nord Italia. Mussolini infatti nutriva una certa diffidenza verso l’alleato tedesco e quindi diede ordine di potenziare le fortificazioni lungo tutto il confine ex Austriaco. I lavori iniziarono nel 1939 e questa parte del Vallo Alpino venne ironicamente definito come ‘Linea non mi fido’! Per una beffa del destino parte di queste fortificazioni, usate pochissimo dai militari italiani, vennero invece riconvertite e usate dai soldati Tedeschi verso la fine del secondo conflitto mondiale.
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, con il mutare della situazione geopolitica e con la nascita nel 1947 della cosiddetta ‘Guerra Fredda’, molte di queste opere furono recuperate in ambito NATO e divennero parte di una nuova linea fortificata atta a prevenire nuovamente ‘invasioni’ provenienti dai paesi dell’est. Oltre alle opere recuperate dal Vallo Alpino in quasi tutto il territorio regionale, ve ne furono costruite molte altre che, dopo della caduta del ‘muro di Berlino’ prima e dell’URSS poi, con la fine del periodo della ‘Guerra Fredda’ nel 1991, vennero smantellate e caddero nell’oblio. La maggior parte di queste strutture oggi sono inaccessibili o addirittura sono andate perse a causa di incuria, abbandono e scarso interesse da parte delle amministrazioni a cui sono state affidate.
La Fortezza Friuli Venezia Giulia quindi stà lentamente scomparendo e viene pian piano dimenticata a parte qualche caso di recupero di qualche struttura da parte di Associazioni di Volontariato. InsideFVG cercherà per quanto possibile di portarvi a conoscere questi luoghi molto spesso dimenticati ma carichi di storia!